Quelle « politique de la reconnaissance » chez Rousseau? Une étude conceptuelle des Considérations sur le gouvernement de Pologne

Théophile Pénigaud 

 

 PajouAbstract: Most of the studies about the notion of recognition in Rousseau’s works have focused on “amour-propre”, or self-love, as an “evil” or a “social pathology” (Honneth, 1994; Carnevali, 2004; Neuhouser, 2008). This article argues that the desire for recognition plays a positive role in Rousseau’s theory of a well-ordered society, as can be seen in the Considerations on the Government of Poland. A legitimate drive for recognition can even be considered as the basis for the citizen’s virtue. The desire for recognition leads to social pathologies and the associated political abuses only when it becomes … Continua a leggere

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El luguar del deseo en Michel Foucault

Julia Monge

 

f2_72Viven en nosotros innúmeros;
Si pienso o siento, ignoro
Quien es que piensa o siente.
Soy tan sólo el lugar
Donde se siente o piensa.

Fernando Pessoa

***

No deja de asombrar cómo un pensamiento obstinado en la problematización del sujeto, pueda ser huidizo a los términos “deseo” y “necesidad”; precisamente esos términos recurrentes en tantos discursos que, desde hace mucho más que un puñado de décadas, pretenden decir algo acerca del hombre, la naturaleza humana, la persona, el individuo. Lo que asombra no es el simple desasimiento de las palabras, remediable tan pronto surgen otras para … Continua a leggere

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Editoriale: I LIMITI DEL DESIDERIO

Emanuele Profumi e Jamila M.H. Mascat        

 

MaciunasI concetti di bisogno e desiderio rinviano tradizionalmente a due distinte costellazioni del pensiero filosofico otto-novecentesco: da un lato il marxismo, storicamente incentrato sul tema dei bisogni e meno attento alle istanze del desiderio, dall’altro la psicanalisi e le teorie post-strutturaliste (di matrice francese, ma non solo), che valorizzando la centralità del desiderio hanno relegato in secondo piano la questione dei bisogni.  Nella riflessione contemporanea questa divisione parrebbe andare incontro ad un’ulteriore divaricazione. Dalla constatazione di tale divaricazione è nata l’intenzione di provare a sviluppare in questo numero di Consecutio Temporum un … Continua a leggere

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Il lusso del desiderio

Paolo Godani

images (2)1. Dialettica dell’inutile

Una certa riflessione novecentesca cresciuta all’ombra della strana (per non dire mostruosa) alleanza tra Nietzsche e Hegel ha creduto necessario rovesciare la centralità del bisogno, caratteristica del marxismo, attraverso una paradossale valorizzazione della gratuità, del dono, della dépense. Così, nell’epoca del trionfo della borghesia o di quello che potremmo chiamare il materialismo borghese (fatto di utilitarismo ed economicismo), ma anche nell’epoca della realizzazione del comunismo e del suo materialismo storico, Georges Bataille e altri rivendicavano il diritto di una teoria (al contempo esistenziale e politica) del lusso o dello spreco. Nello stile del radicalismo … Continua a leggere

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Desiderio ed elaborazione del lutto nella genesi del pensiero di Castoriadis

Fabio Ciaramelli

Lutto1. La psiche come categoria filosofica.

Fra i “testi filosofici inediti”, redatti da Cornelius Castoriadis tra il 1945 e il 1967 ma pubblicati solo nel 2009 da Nicolas Poirier1, autore egli stesso di una lunga e importante monografia sull’ontologia politica di Castoriadis2, c’è una prima versione di “Marxisme et théorie révolutionnaire”, cioè dello scritto pubblicato tra il 1964 e il 1965 negli ultimi numeri di Socialisme ou Barbarie e poi confluito nel 1975 in L’institution imaginaire de la société, di cui costituisce la prima parte3. Nella versione da poco pubblicata, e … Continua a leggere

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Lo stile tardo e il cinema. The Dead di John Huston

Massimo Cappitti

John Huston's the Dead

Scrive Adorno che «la maturità delle opere tarde di importanti artisti non somiglia alla maturazione dei frutti». Le opere, infatti, «non sono tonde, ma corrugate, addirittura dilaniate»[1] perché l’artista impone al suo fare creativo una cesura, vi produce una discontinuità come se le soluzioni formali adottate fino a quel momento e i temi fino ad allora ricorrenti appassissero, all’improvviso, vani, logori, ormai estranei alla sua sensibilità. Dalla constatazione del rapido e definitivo esaurimento di uno stile nasce dunque nell’artista l’urgenza di consentire alla propria ispirazione la libertà di esercitarsi al di fuori di convenzioni dettate non solo … Continua a leggere

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Vico e le strutture antropologiche della storia

Mauro Scalercio

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Riflettere sul problema della storia in Vico implica una complessa riflessione sul nucleo stesso del pensiero vichiano: descrivendo la natura del proprio sforzo intellettuale Vico sostiene, infatti, che la sua scoperta fondamentale è l’esistenza di una “storia ideal eterna, sopra la quale corrono in tempo le storie di tutte le nazioni”[1]. Il tema è cruciale perché si tratta di stabilire lo statuto ontologico della storia in Vico, di come la concezione vichiana della storia costituisca l’architrave di tutto il progetto vichiano di una “nuova scienza”. In particolare di cruciale importanza è la determinazione del  significato dell’espressione … Continua a leggere

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La luce minima. A partire da due poesie di P. Celan

Mario Pezzella

 

cultura-del-arte-paul-kleeIn due poesie – una in Filamenti di sole, una nella Rosa di nessuno – Celan si riferisce esplicitamente a Freud e alla sua opera. Francoforte, settembre inizia con il ricordo di una parete divisoria, che Celan aveva visto nel corso di una visita alla Fiera del libro di Francoforte; su di essa, un grande ritratto reticolato di Freud: “Cieca parete, con barba in luce”. E’ quasi il titolo di un quadro, e in effetti alcuni particolari ritornano in una poesia dedicata da Celan a un’opera di Rembrandt[1]. L’immagine sembra elevarsi autorevole come una … Continua a leggere

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Il lume naturale

Ruggero Savinio

 

Nella sedimentazione di letture che occupa la mia memoria c’è il libro “sullo sporco” di un Enzensberger, fratello del più noto Hans Magnus. E poi la frase scritta da Van Gogh in qualcuna delle sue lettere: Noi pittori facciamo un mestiere sporco. Lo sporco è una categoria – ammesso che possa esserne una – che sembrerebbe presiedere al lavoro della pittura. Spesso ho associato lo sporco a un’altra categoria, quella dell’ombra. L’ombra ha uno statuto più nobile di quello dello sporco. E’ accolta dalla psicanalisi per indicare tutto il non detto e non dicibile che ingombra la nostra … Continua a leggere

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Negazione e corporeità. Un itinerario nella filosofia moderna

Adriano Bertollini e Giacomo Rughetti

 

osvaldo licini

Introduzione

Il presente lavoro è la rielaborazione di un seminario avvenuto durante il II semestre dell’A.A. 2012/2013 nel corso magistrale del prof. Roberto Finelli.

L’occasione di questo studio è la lettura del testo La contraddizione in Hegel di Sergio Landucci, che ha fornito lo spunto per un’analisi del modello di soggettivazione hegeliano in relazione alle tematiche della corporeità e della negazione. Riguardo a tali argomenti, la prospettiva hegeliana ci ha poi condotti a un paragone con altri due pensatori cruciali della modernità: Nietzsche e Spinoza.

Il primo paragrafo è dedicato all’analisi del testo … Continua a leggere

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A. Honneth, Patologie della ragione. Storia e attualità della teoria critica

Jacopo Branchesi

 

 

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Recensione:

A. Honneth, Patologie della ragione. Storia e attualità della teoria critica,

Pensa MultiMedia, Lecce 2012, pp. 253.

È passato circa mezzo secolo da quando negli anni Sessanta e Settanta i motivi della Scuola di Francoforte animavano le rivolte nelle università americane ed europee, riecheggiavano nelle contestazioni contro la guerra in Vietnam e nelle lotte operaie. In quegli anni la teoria critica, dopo aver già esercitato un profondo influsso sul marxismo, raggiungeva l’apice del successo nella cultura occidentale, ma al tempo stesso si apprestava a consumare gli ultimi bagliori come «tempo di essa appreso con … Continua a leggere

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Voix de l’écho. Erik Porge e lo stadio dell’eco

Camilla Croce

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Come mai Lacan, nonostante l’importanza fondamentale attribuita all’ascolto del linguaggio e legando il processo di soggettivazione alla mediazione dello sguardo dell’Altro, non ha altrettanto sistematicamente sviluppato il ruolo decisivo giocato dalla voce nella formazione dell’Io?

In Voix de l’écho (Edition érès, Toulose, 2012, pp. 93, €10,00) Erik Porge raccoglie gli indizi lasciati da Lacan assumendosi il compito di individuarne il loro discorso specifico e le loro implicazioni nel processo di soggettivazione. Come il nostro autore ricorda nell’introduzione, lo stupore di fronte a questa mancanza nella teoria psicoanalitica lacaniana è già stato notato alla fine degli anni novanta da … Continua a leggere

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Recensione di Yvon Quiniou, Retour à Marx

Guido Grassadonio

 

Pubblicato in Francia nel 2013 dalla casa editrice Buchet-Chastel, Retour à Marx, di Yvon Quiniou, si colloca nel filone della “Marx renaissance”, dialogando in particolare con quell’area di studi marxologici e marxisti rappresentata da J. Bidet e L. Sève.

L’idea di fondo del volume è a primo acchito tutt’altro che originale: rianimare il marxismo come filosofia e come teoria/prassi politica, sulla spinta della crisi economica di vaste proporzioni che sta investendo l’occidente capitalistico, mettendo in discussione ordinamenti politici e idee da tempo sedimentate. E per fare questo, l’operazione teorica da compiere dovrebbe essere un, appunto, ritorno … Continua a leggere

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F. Gallo, Dalla Patria allo Stato. Bertrando Spaventa, una biografia intellettuale

Marco Diamanti

Der_Kampf_zwischen_Karneval_und_Fasten_(1559) Il suo taglio originale e il materiale inedito sul quale lavora fanno del recente saggio di Fernanda Gallo (Dalla Patria allo Stato. Bertrando Spaventa, una biografia intellettuale, Roma-Bari, 2013) una lieta sorpresa nel panorama degli studi spaventiani. L’obiettivo generale di questo lavoro è quello di attenuare il «vuoto storiografico» che circonda la riflessione storico-politico di Spaventa. La scelta del metodo biografico è legata all’ipotesi che questa riflessione sia indissolubilmente connessa al suo percorso biografico, e che la concentrazione degli studi critici sui temi più strettamente teoretici rappresentino almeno in parte una conseguenza dello scarso rilievo accordato … Continua a leggere

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Per un sapere dei sensi, a cura di Domenico Chianese e Andreina Fontana

 Giorgia Aloisio

 delacroixNell’ambito della psicoanalisi, si è da sempre manifestata una netta predilezione per la parola a discapito dell’immagine: l’ascolto del paziente da parte dell’analista, l’analisi del suo ‘verbale’ attraverso la libera associazione o il resoconto dell’attività onirica, hanno da sempre messo a fuoco l’attenzione sull’aspetto della comunicazione verbale tra i due poli della relazione analitica. Questa focalizzazione sulla parola ha inevitabilmente creato un vuoto nella teoria e nella pratica professionali: manca una ‘teoria delle immagini’, lamentano Chianese e Fontana.

La comunicazione, il λόγος, possiede anche un fondamentale aspetto dal quale non possiamo prescindere, soprattutto nella professione terapeutica, quello non-verbale, … Continua a leggere

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Numero 6: Scheda autori e curatori

Claudio Bazzocchi  è studioso di filosofia politica. Nel 2014, è uscito per Ediesse il suo L’umanità ovunque. Sinistra, mediazione e connessione sentimentale. Con ETS ha pubblicato Riconoscimento, libertà e Stato. Saggi sull’eticità hegeliana (2012), Hölderlin e la rivoluzione. Il socialismo oggi tra libertà e destino (2011). È uscito nel 2012 il suo Virtù e fortuna. In difesa del partito politico (il Ponte Editore, 2012). Ha pubblicato nel 2009 presso Diabasis Il fondamento tragico della politica. Per una nuova antropologia socialista. Per Aracne ha scritto Libertà e destino (2009) e La notte della conservazione. Antropologia hegeliana e riconscimento (2010). Per Continua a leggere

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EDITORIALE: Karl Marx e il suo deficit originario

bernardo siciliano 2Roberto Finelli

 

 

Il deficit originario di Karl Marx

1.   Ciò che di Marx oggi non è più possibile accettare non è certamente la critica dell’economia – che invece trova sempre più conferme – quanto l’antropologia e la filosofia della storia che ne consegue. In buona parte dell’opera di Marx c’è infatti un deficit profondissimo di analisi e comprensione della soggettività, che ha avuto conseguenze assai negative nelle storie dei movimenti operai e delle emancipazioni sociali che si sono richiamate al marxismo.

Un deficit, la cui presenza è sempre stata espressa, e insieme dissimulata, proprio dal suo opposto, qual … Continua a leggere

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Il momento messianico di Marx

Étienne Balibar

Paul-Klee-In-the-Style-of-Kairouan Im düstern Auge keine Träne,

Sie sitzen am Webstuhl und fletschen die Zähne:

Deutschland, wir weben dein Leichentuch,

Wir weben hinein den dreifachen Fluch –

Wir weben, wir weben!1

 

Nel presente articolo vorrei riesaminare, e se possibile chiarire, una questione ricorrente dell’interpretazione del pensiero di Marx: quale rapporto c’è tra il suo concetto di politica e la sua dimensione religiosa (teologica)? In vista del confronto che questo numero della Revue Germanique Internationale vuole indicare, ma anche in ragione dell’importanza strategica che bisogna, credo, conferirgli, mi interesserò essenzialmente ad un testo: l’articolo pubblicato nel marzo 1844 … Continua a leggere

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L’uomo come zoon politikon. Società, comunità e associazione in Marx

Luca Basso

 

Nuova immagine (7)L’articolo è incentrato sull’antropologia marxiana, a partire dall’idea secondo cui l’uomo è uno zoon politikon. In particolare, nella Einleitung del 1857, si afferma proprio che l’uomo è uno zoon politikon, e nel primo libro del Capitale, si ribadisce tale concetto, sottolineando il fatto che l’espressione indicata può essere tradotta con “animale sociale”, più che con “animale politico”. Più avanti ritornerò su tali passi, mostrando il fatto che non possono venire interpretati a partire dalla convinzione di un presunto “aristotelismo” di Marx: l’elemento dello zoon politikon viene completamente “trasvalutato” rispetto ad Aristotele. Questo rilievo sull’uomo come Continua a leggere

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Il Capitale come Feticcio Automatico e come Soggetto, e la sua costituzione: sulla (dis)continuità Marx-Hegel

Riccardo Bellofiore

 

Nuova immagine (15)Abstract: This article will deal in two steps with the Marx–Hegel (dis)connection in Capital. First, I’ll present a survey of what I take to be the most relevant positions about the role of dialectics in Marx. Second, after reviewing Marx’s criticisms of Hegel, I’ll consider the debate within the International Symposium on Marxian Theory. Third, I will argue that it is exactly Hegel’s idealism which made the Stuttgart philosopher crucial for the understanding of the capital relation. Here, I will refer to the ‘Hegelian’ Colletti of the late 1960s-early 1970s, to Backhaus’ dialectic of the form Continua a leggere

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Lettere di Marx a Ruge

Pierre Macherey

 

Nuova immagine (11)Nel marzo 1844 apparve l’unico numero della rivista che Marx, allora deciso a prendere in teoria ed in pratica la massima distanza dalla Germania, aveva fondato a Parigi con Arnold Ruge. Questa pubblicazione comprendeva tre contributi firmati da Marx: uno scambio di lettere con Arnold Ruge, l’articolo su La questione Ebraica (in risposta ad un articolo pubblicato sotto lo stesso titolo da Bruno Bauer) e un’Introduzione alla critica della filosofia del diritto pubblico, redatta a partire del commentario dei passi della terza parte dei Lineamenti della filosofia del diritto di Hegel consacrati allo Stato costituzionale, … Continua a leggere

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Il ritorno della dialettica. Recenti letture del Primo libro del Capitale a firma di Harvey e Jameson

Marco Gatto

 

1.    Pur tenendo conto dell’imprescindibile differenza tra i due approcci al testo, le interpretazioni che David Harvey e Fredric Jameson hanno recentemente offerto del primo volume di Das Kapital condividono molto più di quanto si creda[1]. Non solo perché i due studiosi americani incarnano differenti figure intellettuali: Harvey si definisce da sempre geografo e urbanista e il suo interesse filosofico, seppure solo in apparenza periferico, è spesso spostato in un secondo piano; Jameson è un teorico della cultura (e della letteratura, in particolare) sensibile alla lezione di Lukács e della Scuola di Francoforte (con una predilezione … Continua a leggere

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Sul cosiddetto «Capitolo sesto inedito» di Karl Marx. Appunti di lettura e considerazioni critiche

Giovanni Sgro’

Nuova immagine (20)1. Premessa 

Il cosiddetto Capitolo sesto inedito rappresenta ‒ insieme ai Grundrisse ‒ uno di quei manoscritti marxiani che nel corso degli anni Settanta del secolo scorso hanno avuto grande diffusione e notevole recezione in Francia, in Germania e anche in Italia, dove fu tradotto per la prima volta nel 1969 da Bruno Maffi per i tipi de La Nuova Italia[1] e fu poi oggetto di una fortunata serie di lezioni di Claudio Napoleoni (Torino, Bollati Boringhieri, 1972).

Nel presente contributo cercherò di offrire una sorta di “percorso di lettura” personale (§ 3) del denso testo del … Continua a leggere

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La distinction entre forme e contenu de la valeur, ou la préhistoire de la découverte du « travail abstrait » par Marx

 Zaira Rodrigues Vieira

 

 

Nuova immagine (13)Résumé

Dans le texte qui suit, nous montrerons les avancées accomplies par Marx, dans les Grundrisse, notamment avant sa découverte de la catégorie de force de travail. Avant cette découverte, c’est de l’échange – et pas encore du travail lui-même – qui découlent les déterminations universelles de ce mode de production. Dans le premier chapitre de ces manuscrits, le temps de travail en général ‒ première appellation de ce que Marx désignera après le temps de travail socialement nécessaire  ‒ est conçu comme détermination de la valeur d’échange en tant qu’argent. La distinction définitive … Continua a leggere

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Il capitale: un’economia del capitalismo in una teoria della società moderna. Dialogo con Gérard Duménil

Jacques Bidet

 

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0.  Le seguenti riflessioni nascono in parte da una serie di discussioni avute con Gérard Duménil[1] a margine di una stretta collaborazione nella scrittura di un libro[2]. Partiamo entrambi da un’idea comune: la società contemporanea presuppone tre forze sociali primarie, che allora chiamavamo (provvisoriamente e per compromesso) “capitalisti”, “quadri e competenti” e “classi popolari”. La coesione tra le prime due è andata indebolendosi a partire dagli anni ’30 sotto la pressione della terza, ma si è rinsaldata negli anni ’80 sotto l’egida della prima e nella forma del neoliberismo. In mancanza di una … Continua a leggere

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Marx lettore di Spinoza. Democrazia, immaginazione, rivoluzione.

Vittorio Morfino

 

Nuova immagine (23)1.     Il posto della Kritik

La Critica della filosofia hegeliana del diritto pubblico ha la forma di una serie di annotazioni alla terza sezione (lo Stato) della terza parte (l’Eticità) dei Lineamenti di filosofia del diritto di Hegel, in particolare ai paragrafi 261-313, la quasi totalità dei paragrafi dedicati da Hegel al «Diritto statuale interno» (dal 260 al 320)[1]. L’opera, quantomeno la sua ultima stesura, è della primavera-estate del ’43, il periodo di Kreuznach precedente al trasferimento a Parigi[2], ma fu pubblicata da Rjazanov solo nel secolo successivo, nel 1927[3]. … Continua a leggere

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La Teologia del denaro di Walter Benjamin: il debito

Mario Pezzella

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TEOLOGIA DEL DENARO. IL DEBITO

1. In un frammento del 1921, Il capitalismo come religione[1], Walter Benjamin ha messo in rilievo in che misura il debito sia diventato l’oggetto di culto di una vera e propria teologia del danaro, che ha sostituito in larga misura la “teologia politica”. Benjamin radicalizza le idee di Weber sul rapporto tra modo di produzione capitalista e cristianesimo. Se per Weber il capitale nella sua forma moderna è stimolato dalla concezione calvinista della grazia e del peccato e poi procede alla sua secolarizzazione profana, per Benjamin è esso stesso religione: priva … Continua a leggere

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Sul “marxismo” di Gramsci

Fabio Frosini

 

Nuova immagine (4)1. L’albero del marxismo

Il marxismo di Gramsci: in questa espressione si annida un’intera serie di questioni aperte, fonti di equivoci e di dispute. Gli equivoci in realtà scaturiscono da una duplice sorgente, vale a dire la nozione di “marxismo” e quella di “affiliazione” o “appartenenza”. Anche solo pochi decenni fa ‒ lo spartiacque può essere fissato per comodità, almeno in  Italia, al giro di boa del centenario del 1983 ‒ entrambe queste sorgenti sembravano essere per un verso troppo calda materia del contendere, per un altro scenari illuminati di una luce eccessivamente viva e ravvicinata, perché … Continua a leggere

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