Soggettività e verità: alcuni concetti inediti

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Frédéric Gros

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Nel 1981, Michel Foucault tiene un corso sobriamente intitolato Soggettività e verità. Questo corso comprende dodici lezioni pronunciate tra il 7 Gennaio e il 1° Aprile 1981. Foucault, nel riassunto che redige di queste lezioni1, come fa ogni anno, avverte che la sintesi sarà corta poiché l’essenziale del contenuto sviluppato deve essere ripreso sotto forma di libro, nei volumi I e II della sua Storia della sessualità. Ciò è in parte vero, ma soltanto in parte. Un certo numero di analisi si ritrovano, in effetti, soprattutto in La cura di sé, un … Continua a leggere

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Verità e politica, tra necessità e contingenza. Arendt con Weil

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360 Les Oiseaux Oil Painting by Henri Matisse

Federica Giardini

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Porre la questione della verità, non sul piano della filosofia ma su quello delle relazioni, apre prospettive meno pacificate o edificanti del previsto. A cominciare da Hannah Arendt che – pur con le sue parole crude sugli effetti devastanti di quella «menzogna enorme» che è stato l’antisemitismo nazista – contesta che vi sia un nesso tra verità e politica, e anzi individua un rapporto che presenta alla stregua di un luogo comune: «Nessuno ha mai dubitato del fatto che verità e politica siano in rapporti piuttosto cattivi l’una con l’altra»1.

La pensatrice Continua a leggere

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Verità e politica in Althusser: genesi di una problematica (1947-1956)

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Fabio RaimondiGeorges Braque

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Pochi si accorgono dei vuoti, ovverosia delle cose

(P. Volponi, Corporale, 1974)

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Il rapporto tra verità e politica è una costante della filosofia di Althusser. In questo saggio mi concentrerò, senza pretese di esaustività, sul periodo, poco studiato ma non per questo poco importante, che va dalla tesi di laurea su Hegel (1947), discussa dopo due anni dal ritorno dalla prigionia nei campi di concentramento tedeschi (cfr. Journal de captivité) e un anno prima di iscriversi al Partito comunista francese (cfr. Moulier-Boutang), fino al 1956: l’anno del XX Congresso del Pcus. … Continua a leggere

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Come non leggere Žižek

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Paul Bowman

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Notate quanti testi nel presente volume seguono una simile strategia argomentativa. Prima mi imputano una posizione ridicolmente caricaturizzata, poi, quando sono costretti ad ammettere che molti passaggi nel mio lavoro contraddicono chiaramente la posizione descritta, non interpretano tale discrepanza come, prima facie, un segno dell’inadeguatezza della loro lettura, bensì come della mia incoerenza.

S. Žižek

Le mie proposizioni illustrano così: colui che mi comprende, infine le riconosce insensate, se è salito per esse – su esse – oltre esse. (Egli deve, per così dire, gettar via la scala dopo che v’è salito).

Wittgenstein1Continua a leggere

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Natura e verità. Sul nesso aristotelico tra etica e politica

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De Chirico

Pietro Giuffrida

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Il potere padronale, sebbene gli interessi di chi è padrone per natura e di chi è schiavo per natura coincidano, si esercita per il vantaggio del padrone e solo accidentalmente soddisfa anche gli interessi dello schiavo, in quanto la sopravvivenza dello schiavo è essenziale per la sussistenza dell’autorità padronale (non è infatti possibile che venendo meno lo schiavo sussista il padrone).

Aristotele, Politica III.6, 1278b32-71

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1. Il nesso fra etica e politica

Quello di una connessione diretta tra verità e politica, in cui i due termini restino correlativamente definiti, costituisce, nell’ambito del … Continua a leggere

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Politica e verità nel postfordismo

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Giacomo Pisani

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1. Tecnica e verità

Il dispiegamento del pensiero tecnico-calcolante su scala globale ha raggiunto negli ultimi decenni un livello tale da sconvolgere totalmente i ruoli, le gerarchie e gli strumenti ermeneutici indispensabili alla comprensione del nuovo quadro socio-economico internazionale.

Il sogno della modernità di estendere la possibilità di manipolare e progettare la natura e gli spazi della vita sembra essersi realizzato al massimo grado, fino al punto di autoalimentarsi e autoregolarsi, in un’autopoiesi che esclude l’individuo da qualsiasi posizione di trascendenza nella pianificazione dei sistemi sociali.

Il disvelamento tecnico del mondo nel suo pieno … Continua a leggere

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Il concetto di amore in Spinoza

Jos Scheren

cole porterWhat is this thing called love

this funny thing

called love

just who can solve its mystery

why should it make

a fool of me?

–Cole Porter, 1929

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I. Secondo Spinoza le dimensioni sociali si sviluppano attraverso gli affetti. L’amore è uno di questi, e come tutti gli affetti si manifesta in gradi diversi: dall’amore privato all’amore per la vita, o per la realtà in quanto tale.

In ogni caso, anche nel caso di un amore apparentemente privato, ci troviamo di fronte ad una produzione attiva di relazioni. Dovremo tornare su questa attività produttiva che è alla … Continua a leggere

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L’umanesimo socratico. Note su Francesco Fistetti

Mariannina Failla

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Il Novecento nello specchio dei filosofi. Linguaggi, immagini del mondo, paradigmi, D’Anna Editore, Firenze-Messina 2013

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Il complesso lavoro di Francesco Fistetti può essere considerato l’espressione di un umanesimo dialettico le cui radici affondano nel pensiero socratico. Alludo alla dialettica socratica non solo per l’interessante rimando dell’autore alla filosofia di Jaspers esempio della missione politica del filosofare in quanto tale: «Si tratta della connotazione squisitamente socratica del filosofare che Jaspers recupera pienamente, il dialogo socratico di se con se stessi, rivolto verso l’interno, teso a trovare la verità del proprio io più autentico, e la comunicazione … Continua a leggere

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Recensione a “Kritik von Lebensformen” di Rahel Jaeggi

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Marco Marangio

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La globalizzazione ha permesso una crescente interconnessione tra gli stati per mezzo di rapporti commerciali sempre più fitti. Movimenti di merci e di denaro, che non conoscono quasi più nessuna vera restrizione, legano i destini di nazioni diversissime tra loro in un dialogo continuo che si svolgerebbe senza frizioni, se non venisse occasionalmente interrotto, ma mai reciso, da qualche conflitto tra particolarismi culturali e politici. In questo contesto di omogeneità mercantile assume d’altra parte un forte peso la disomogeneità delle culture che si incontrano e si scontrano sempre più spesso e sempre più velocemente … Continua a leggere

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Carlo Scognamiglio, Storia e libertà: quattro passi con Hegel e Tolstoj, Pensa multimedia, Lecce; Rovato 2013

Pierfrancesco Lorenzini

 


STORIA_E_LIBERT__51cbe7b73a91aLo sforzo teorico che ha impegnato Carlo Scognamiglio in Storia e libertà: quattro passi con Hegel e Tolstoj concerne la questione sempre aperta del «nostro rapporto con la storia» (p. 9). L’intento principale è quello di recuperare un ragionamento sul fondamento categoriale della disciplina storica, a partire dal quale sarà possibile riflettere sull’elemento filosoficamente più problematico della storia: la libertà. Il punto è quindi mettere in discussione la prospettiva storiografica contemporanea che appiattendosi sulle fonti documentarie demanda esclusivamente a queste ultime il compito di determinare la struttura del discorso storico. L’impegno filosofico di Scognamiglio consiste nel tentare … Continua a leggere

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Un parricidio compiuto. Il confronto finale tra Marx e Hegel

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 Roberto Finelli 

 

In considerazione dei temi e delle sezioni presenti nella rivista, la redazione inserisce nella sezione marxiana l’Introduzione e l’indice del volume di Roberto Finelli, appena pubblicato presso la casa editrice Jaca Book, dal titolo Un parricidio compiuto. Il confronto finale di Marx con Hegel. Pur non rientrando tale inserimento nel piano organico originariamente concepito e realizzato dai curatori del presente numero, non lo si è ritenuto inopportuno e incongruo rispetto alla tematica e alla ispirazione complessiva di «Consecutio temporum».

[Abstract. Marx ed Hegel, ancora una volta letti insieme, ma sotto lo sguardo supervisore di Continua a leggere

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L’idealismo trascendentale come immaginismo idealistico. Excursus sulla Critica della ragion pura

Marco Costantini

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Nell’Estetica trascendentale l’impostazione metodologica del filosofare critico di Kant, che in questa parte iniziale della Ragion pura mira a determinare i princìpi a priori della sensibilità, mostra una certa inadeguatezza verso l’oggetto da trattare. L’attitudine intellettualistica della critica, che distingue e limita sottraendo, disgiungendo e isolando, può far presa sulla facoltà dell’intelletto, in sé rappresentabile come «un’unità per se stante, autosufficiente»[1], «dai confini immutabili»[2], ma non sulla sensibilità, alla quale, proprio per via del suo legame essenziale con la cosa e, in generale, con il dato, non si addice quell’aspetto cosale, quella datità che la CriticaContinua a leggere

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Scheda autori e curatori

 

Curatori

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Giovanni Campailla è dottorando in Storia del pensiero politico presso la facoltà di Scienze politiche dell’Università di Roma Tre, in cotutela con il Sophiapol dell’Università Paris Ouest. Si è laureato in Filosofia politica alla “Sapienza” di Roma. La tesi magistrale, le cui ricerche sono state svolte a Parigi grazie ad una borsa per tesi all’estero, ha riguardato l’itinerario teorico e politico di Jacques Rancière. La tesi ha ricevuto la Menzione speciale al Premio di Filosofia “Viaggio a Siracusa” ed è stata pubblicata dalla casa editrice Malatempora col titolo Jacques Rancière: dalla rottura con Althusser alle scene dell’emancipazioneContinua a leggere

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Indice

CONSECUTIO TEMPORUM 6

I limiti del desiderio

a cura di

di Emanuele Profumi e Jamila M.H. Mascat

Editoriale

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Hegeliana

Sull’autocoscienza in Hegel. Desiderio e morte nella Fenomenologia dello spirito

di Robert B. Pippin

Hegel sive Spinoza

di Warren Montag

 

Marxiana

Desiderio o bisogno di rivoluzione?

di Daniel Bensaïd

Il desiderio comunista

di Jodi Dean

Le tre logiche della modernità e il doppio legame dell’immaginazione moderna

di Ágnes Heller

Embarras du besoin, puissance des besoins 

 di Jean-Claude Bourdin

Sui paradossi della critica esterna. Marcuse, i bisogni indotti, i desideri di massa

di Marco Solinas

 

Freudiana

Desiderio: Pulsione = Verità: Sapere

di Continua a leggere

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Desiderio o bisogno di rivoluzione?

Daniel Bensaïd*

07ba145db8e3d1b0d1646d71584d241817c5e8Il partito dei fiori e degli usignoli è strettamente alleato della rivoluzione.  Heinrich Heine, De l’Allemagne

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Crediamo che una rivoluzione sia una soluzione netta e sappiamo che anche questo non è esatto. Troviamo qui delle semplificazioni grossolane delle cose. Paul Valéry

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È la stessa desiderabilità della rivoluzione ciò che oggi fa problema. Michel Foucault, 1977.

I

Qualche anno fa, la rivista Lignes ha pubblicato un’inchiesta sul «desiderio di rivoluzione» (Nuova serie, n° 4, febbraio 2001). Desiderio o bisogno di rivoluzione? Questo desiderio fittiziamente giovanile e vagamente sessantottino sprigiona l’acre profumo di un fiore appassito … Continua a leggere

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Oltre le impasse dell’autonomia: Castoriadis tra politica e psicanalisi

Emanuele Profumi

 

download“Autonomia (…) vuol dire che ognuno si dà la propria legge, e la legge, per definizione, contiene l’idea della generalità o dell’universalità. (…). Imporsi la propria legge, vuol dire darsi dei limiti. Ovvero inventare, creare da soli, porre, delle cose che sono permesse e delle altre che non lo sono. Cioè autolimitarsi. Bisogna comprendere l’enorme importanza che ha questa questione dei limiti sia in psicanalisi sia nelle questioni più profonde della politica democratica. (…). Come l’individuo (…), la collettività democratica deve accettare che non ci sono fonti del senso altre rispetto alla propria attività, che è la Continua a leggere

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Sull’autocoscienza in Hegel. Desiderio e morte nella Fenomenologia dello spirito

Robert B. Pippin*

 

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I

Con il dopoguerra l’idealismo tedesco ha conosciuto una rigenerazione ispirata da una serie di nuovi interessi e che si è raccolta in un certo numero di opere. Con l’espressione “rigenerazione” non intendo il tentativo di riassumere le varie posizioni per delinearne influenze e lasciti – ambizione piuttosto vana, visto che l’insolito linguaggio ideato per esprimere posizioni nuove, per lo più, è andato perso e perciò va imparato nuovamente – quanto piuttosto il tentativo di capire i conseguimenti filosofici più propri di questa tradizione, i modi attraverso i quali essa può essere ricompresa per affrontare … Continua a leggere

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Hegel sive Spinoza

Warren Montag*

 

images (1)Se, come ha scritto Althusser, la filosofia «esiste solo in ragione della posizione che occupa, e la occupa soltanto attraverso la conquista di un campo già occupato»1, e dunque smarcandosi dai suoi avversari, possiamo affermare che un numero significativo di grandi testi venuti fuori da quella straordinaria fucina che fu la filosofia francese degli anni Sessanta del Novecento ha marcato la sua presenza volendosi distanziare anzitutto da Hegel. Nietzsche e la filosofia (1962) di Deleuze, per esempio, insiste nello stabilire le specifiche differenze tra la filosofia di Nietzsche e la sua lettura della dialettica di … Continua a leggere

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Il desiderio comunista

Jodi Dean*

 

Rothko_saffronIn un suo famoso articolo del 1999, intitolato “Resisting Left Melancholy”1, Wendy Brown adopera l’espressione “malinconia di sinistra”, presa in prestito da Walter Benjamin [Linke Melancholie], per diagnosticare la malinconia propria della sinistra contemporanea. Il saggio, che richiama da vicino la riflessione di Stuart Hall sulla nascita del Tatcherismo, si preoccupa principalmente di analizzare le ansie e le paure di una sinistra in declino: una sinistra che guarda all’indietro, si autopunisce, resta attaccata ai propri fallimenti e si mostra incapace di immaginare un futuro di uguaglianza ed emancipazione. Suggestivo e d’attualità, a Continua a leggere

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Sui paradossi della critica esterna. Marcuse, i bisogni indotti e i desideri di massa

Marco Solinas

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images Abstract: The paper presents a critique of Marcuse’s theory of “false needs”. It aims to clear the theoretical ground necessary to sketch out an immanent critique of the socio-economical dynamics that dictate the exhausting, and oft endless postponement of the satisfaction of a multiplicity of mass needs and desires. The paper focuses its attention on some paradoxes produced by Marcuse’s theory, correlated in particular with the critique of the wellbeing of the masses, and with the manipulative superpower ascribed to ideology. These paradoxes are interpreted as expressions of a radical distance between critic and … Continua a leggere

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Le tre logiche della modernità e il doppio legame dell’immaginazione moderna

Ágnes Heller*

 

informaleIn questo articolo distinguerò due elementi costitutivi della modernità i quali, insieme, ne rappresentano l’essenza. Inoltre individuerò nella modernità tre logiche o tendenze. Nel perseguire questi obiettivi mi concentrerò su una questione in particolare, sostenendo che non si possa comprendere la modernità, ed in particolare il suo carattere eterogeneo, a partire dalla sola prospettiva dell’immaginazione tecnica1. (il Gestell heideggeriano). Interpreto la modernità come un mondo fondato su due fonti dell’immaginazione: quella storica e quella tecnica. La maggior parte di quello che segue è perciò dedicato alla discussione di questi due tipi di immaginazione, individuandone i … Continua a leggere

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Embarras du besoin, puissance des besoins

Jean-Claude Bourdin

 

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Au début de La théorie des besoins chez Marx, Agnès Heller relève que si le concept de besoin est le concept de base des trois découvertes de Marx (Force de travail, Plus value. et Valeur d’usage), il entre dans la définition des concepts mais n’est jamais défini1. On peut étendre cette remarque à tout un courant de théories du social et de la politique. Tout se passe comme si les besoins étaient un fait, un donné empirique, universel et nécessaire dont il n’est pas possible de faire l’économie dès qu’il est question de la vie Continua a leggere

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Desiderio: Pulsione = Verità: Sapere

 Slavoj Žižek*

 

421B3968Secondo quanto indica Jacques-Alain Miller, il concetto di “costruzione in analisi” non si basa sulla (dubbia) pretesa che l’analista abbia sempre ragione (se il paziente accetta la costruzione proposta dell’analista, ciò rappresenta l’inequivocabile conferma della sua correttezza; se il paziente rifiuta, questo è un segno di resistenza che, di conseguenza, ribadisce il fatto che la costruzione abbia in qualche modo toccato la verità); il punto sta, al contrario, nel lato opposto della questione: “l’analizzando è sempre, per definizione, dalla parte del torto”. Al fine di giungere a tale conclusione, è necessario soffermarsi sulla distinzione cruciale tra … Continua a leggere

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Materialismo “contra” spiritualismo. Sigmund Freud e Jacques Lacan

Roberto Finelli

 

burriLo spirito del tempo, lo Zeitgeist hegeliano, ci esorta con la durezza di una crisi che investe e travolge la materialità dell’esistere, con il riproporsi non più rimovibile delle richieste del realismo, a dare per conclusa l’epoca del postmodernismo, quale insieme di ideologie e di culture che hanno complessivamente teorizzato la cancellazione della realtà a favore dell’artefatto e dell’immateriale. Per circa un trentennio abbiamo assistito al dominio e all’egemonia di un atteggiamento generalizzato pronto a riconoscersi nella tesi che l’Essere si risolva in linguaggio, che l’essenza del filosofico consista nella decostruzione, che la verità sia questione … Continua a leggere

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L’amore come commedia

Alenka Zupančič *

 

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Nel seminario di Lacan su L’angoisse troviamo la seguente affermazione che ci appare per molti versi piuttosto singolare:

Soltanto la sublimazione d’amore permette alla jouissance di con-discendere al desiderio”1.

L’elemento peculiare di questa affermazione è ovviamente il legame che stabilisce tra l’amore inteso come sublimazione e il movimento discendente della con-discendenza. E’ noto che la canonica definizione lacaniana della sublimazione tratta dall’Etica della psicanalisi presuppone precisamente il movimento opposto, quello dell’ascensione (la sublimazione innalza o eleva un oggetto al rango della Cosa freudiana, das Ding2). In questa definizione la sublimazione Continua a leggere

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Desiderio, godimento e mutazione antropologica. Dall’uomo senza gravità all’antipolitica

Claudio Bazzocchi

 

LIVIO035Psicanalisti lacaniani, sociologi e filosofi francesi hanno riflettuto negli ultimi anni sulla coppia desiderio/godimento a cui hanno associato il concetto di mutazione antropologica, intesa come trasformazione del soggetto umano che, da costitutivamente diviso, si trova a essere compatto, non più lacerato dal linguaggio, ma riunificato nel godimento oggettuale continuo, reso possibile dalla tecnica e dalle nuove forme di comunicazione che producono una interconnessione virtuale senza sosta1.

Secondo la lezione lacaniana, il linguaggio taglia il soggetto umano, lo rende sempre indisponibile a se stesso e fa sì che sia insopprimibile la distanza tra le parole e … Continua a leggere

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La trama politica del desiderio: Machiavelli

Sebastián Torres*

 

Botticelli,_pallade_e_il_centauro_01Quindi chi raccomanda il governo della legge sembra raccomandare esclusivamente il governo di Dio e della ragione, mentre chi raccomanda il governo dell’uomo, v’aggiunge anche quello della bestia perché il capriccio è questa bestia e la passione sconvolge, quando sono al potere, anche gli uomini migliori. Perciò la legge è ragione senza passione.

Aristotele, Politica, 1287a.

 

I .

Nel tracciato generale della crisi e della critica al razionalismo moderno, vennero provati diversi percorsi che diedero impulso ad altre vie di lettura, passando per quei luoghi della produzione filosofica canonicamente considerati secondari nel sentiero segnato dalla … Continua a leggere

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“Acquiescentia in se ipso” e costituzione immaginaria del Sé

Francesco Toto*  

 

francesco-mazzola-detto-il-parmigianino-autoritratto-allo-specchio-convesso-1524-ca-vienna-kunsthistorisches-museum2L’acquiescentia in se ipso viene definita nell’Etica di Spinoza come «una gioia con la coscienza di sé come causa»[1], «che nasce dal fatto che l’uomo contempla sé stesso e la propria potenza di agire»[2], e ricompare poi come «la gioia che nasce dalla contemplazione di noi stessi» e che si ripete «ogni volta che qualcuno immagina le sue azioni» o «contempla le sue virtù»[3]. Coincidendo con la felicità[4], questa forma di acquiescentia si impone inoltre come «la cosa somma che possiamo sperare»[5], «il sommo bene che

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