Andrea Cengia
Secondo alcuni giudizi del pensiero e dell’esperienza di Raniero Panzieri, l’azione politica e teorica dell’intellettuale torinese andrebbe derubricata a quel particolare tipo di materiale ormai inservibile, in quanto appartenuto ad una contingenza storica irrimediabilmente consegnata al passato[1]. Leggere Panzieri oggi, quindi, rientrerebbe in una sorta di attività di ricerca, in ultima analisi, fine a se stessa e destinata ad essere ininfluente sul presente in quanto il suo oggetto d’indagine sarebbe una fase conclusa del capitalismo novecentesco e delle lotte operaie. Eppure, a misurarsi attentamente con i saggi di Panzieri (o collegati alla sua impostazione … Continua a leggere