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Archivi categoria: CT 7
Recensione a “Paure della contemporaneità”, Rivista di psicologia analitica, n. 36
Giorgia Aloisio
‘Il sentimento più forte e più antico dell’animo umano è la paura, e la paura più grande è quella dell’ignoto’: queste sono le suggestive parole con le quali lo scrittore statunitense H. P. Lovecraft, tra i maggiori autori del genere ‘horror’, descrive questa intensa, universale emozione.
La paura è «un’emozione primaria di difesa, […] spesso accompagnata da una reazione organica, di cui è responsabile il sistema nervoso autonomo, che prepara l’organismo alla situazione d’emergenza»[1]. Sigmund Freud ha distinto paura, angoscia e spavento: la paura richiede la presenza di un oggetto del quale si ha timore, l’angoscia «indica … Continua a leggere
Pubblicato in CT 7, Recensioni, discussioni ed autocritiche
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Husserl e le “Scienze del male”. Considerazioni etiche e fenomenologiche
Valerio Carbone
Abstract: Husserl is strongly opposed to the naturalization of consciousness. Any kind of reductionism is for the philosopher a shame. Krisis explain how science was born as the realization of the human spirit and how the gradual development of technical disciplines brought to a stronger and stronger abstraction from the physical world. For this reason, the problem of going back to the origin is fundamental, a problem that, however, overlaps with that of going back to experience. To go back to experience, to the feeling, to the beginning, means then to consider the empathic matrix of things. … Continua a leggere
Pubblicato in Prime prove
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L’Essere, tra l’umano e il naturale
Achille D’Onofrio
Secondo Heidegger, l’animale è povero di mondo (mentre la pietra è priva di mondo). Anche l’uomo, nella sua quotidianità, è povero di mondo, ma ha la possibilità, solo ponendosi la problematica dell’essere, in altre parole, facendo metafisica, di andare oltre i semplici enti e “progettare” il mondo.
1- LA NOIA PROFONDA.
La rifondazione Heideggeriana della metafisica, prevede, per l’essere umano, una prospettiva esistenziale secondo la modalità del “poter essere”, che contempla le infinite possibilità progettuali, a differenza dell’animale che rimarrà sempre una semplice presenza, come verrà meglio argomentato in seguito.
C’è un punto in cui l’uomo e … Continua a leggere
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Tra la verità e la politica: le possibilità della critica
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Giovanni Campailla, Guido Grassadonio, Roberto Bravi
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1. Critica, verità, politica
Analizzare la relazione tra verità e politica è un compito vasto, le cui molteplici implicazioni un numero di rivista non potrebbe certamente esaurire. Ciò perché la rivendicazione della verità è sempre stata in politica un’arma potente, a tal punto da interessare in maniera, si potrebbe dire, fondativa la riflessione filosofico-politica. Accanto alla domanda su cosa sia autenticamente la verità, si pone infatti il quesito su chi detenga la verità o su come si produca la verità. È questo il motivo per cui la verità – … Continua a leggere
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Indice
CONSECUTIO TEMPORUM 7
Verità e Politica
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a cura di
Giovanni Campailla, Guido Grassadonio e Roberto Bravi
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Editoriale
Tra la verità e la politica: la possibilità della critica
di Giovanni Campailla, Guido Grassadonio e Roberto Bravi
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Hegeliana
di Roberto Finelli
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Hegel: totalità e libertà in un mondo trasformato dalla prassi
di Giorgio Cesarale
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Marxiana
Lucien Goldmann, la scommessa socialista di un marxista pascaliano
di Michael Lowy
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La reinvenzione dell’alienazione nell’epoca della rivoluzione digitale
di Stéphane Haber
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Il punto di vista della teoria critica: … Continua a leggere
Pubblicato in CT 7
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Da «Rappresentanza» a «Rappresentazione». L’involuzione della politica nel capitalismo flessibile.
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Roberto Finelli
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1. Un mondo rovesciato
Da Rappresentanza a Rappresentazione: in questa formula si può riassumere, a mio avviso, la trasformazione più rilevante che ha subito la Politica nella modernità dell’ultimo quarantennio. Ma non per ragioni autonome, o per una presunta virtù e capacità propria di modificarsi comunque e di assumere con ciò nuove forme – quasi a celebrare la fantasia di tutti coloro che hanno interpretato il moderno come autonomia del Politico -, bensì a seguito di quella trasformazione dell’Economico, che, a mio avviso, l’ha guidata e l’ha fondata quanto a precedenza ontologica … Continua a leggere
Pubblicato in Hegeliana
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Hegel: totalità e libertà in un mondo trasformato dalla prassi
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Giorgio Cesarale
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La storia della filosofia del Novecento è senza dubbio innervata, quasi costituita si potrebbe dire, dalla critica alla nozione hegeliana di “totalità”. Sviluppare una Destruktion, in senso heideggeriano, del concetto hegeliano di “totalità” è stato infatti un obiettivo centrale di tutte le più significative esperienze filosofiche dell’ultimo secolo, da Heidegger appunto ad Adorno e da Levinas a Deleuze. Tuttavia, nella galleria dei filosofi che hanno ingaggiato battaglia con un concetto di totalità colorato “hegelianamente” spesso non viene inserito proprio colui il quale, da un certo momento in poi, si è risolutamente posto sotto … Continua a leggere
Pubblicato in Hegeliana
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Lucien Goldmann: Il pari socialista di un marxista pascaliano
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Michael Löwy¹
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Lucien Goldmann (1913-1970) è stato uno dei più importanti rappresentanti della corrente umanista e storicista del marxismo del ventesimo secolo. I suoi lavori filosofici e di sociologia della cultura – soprattutto Il dio nascosto,2 analisi innovatrice della visione del mondo tragica in Pascal e Racine – sono fortemente marcati dall’influenza di Storia e coscienza di classe e si oppongono radicalmente alle letture positiviste o strutturaliste del marxismo. Ebreo rumeno stabilito in Francia a partire dagli anni Trenta, Goldmann si rifaceva ad un socialismo dell’autogestione, altrettanto critico e della socialdemocrazia e dello … Continua a leggere
Pubblicato in Marxiana
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La reinvenzione dell’alienazione nell’epoca della rivoluzione digitale
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Stéphane Haber
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.La recente evoluzione delle discussioni circa Internet e la rivoluzione digitale – che queste discussioni siano giornalistiche, di saggisti o di accademici – costituisce il fenomeno culturale maggiore della nostra epoca.
All’inizio, negli anni 2000, queste discussioni avevano maggiormente seguito le intuizioni che derivano dal cyber-libertarismo degli hacker e dall’anarchismo dei teorici del software libero1. Diversi nel tono così come nel contenuto, essi avevano senza dubbio la loro espressione più compiuta dal punto di vista teorico nei lavori di Lawrence Lessig et di Yochai Benkler.
Promotore della licenza “Creative commons”, Lessig… Continua a leggere
Pubblicato in Marxiana
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Il punto di vista della teoria critica. Riflessioni sulla rivendicazione di oggettività della teoria critica
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Rahel Jaeggi
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Le teorie che rivendicano il loro essere “critiche” nel senso della “teoria critica” non possono esimersi dal prender parte alla disputa intorno ai giudizi di valore e alle forme di vita. Ammesso che queste teorie vogliano mantenersi orientate ad una razionalità di carattere complessivo e ad un’ampia “riuscita” delle strutture sociali, esse non dovrebbero assecondare quella tendenza liberale, presente però anche in maniera virulenta nella più recente teoria critica, all’«astensione etica».Allo stesso tempo però la presa di posizione della teoria critica rispetto a queste … Continua a leggere
Pubblicato in Marxiana
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Sofferenze ontologiche. Un approccio clinico al materialismo
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Davide Tarizzo
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1.
Esaminando i fenomeni sociali, possiamo mettere a fuoco il modo in cui la società funziona oppure il modo in cui la società non funziona. Nel primo caso si può parlare di un approccio operativo, nel secondo di un approccio clinico alla società. L’analisi clinica, infatti, studia le disfunzioni degli individui o delle collettività (si pensi all’epidemiologia), mentre l’analisi operativa studia le nostre performance ottimali. Adottando un approccio clinico alla società, scegliamo di concentrarci sulle disfunzioni e sofferenze sociali. Adottando un approccio operativo, invece, cerchiamo di capire in che cosa consista il buon … Continua a leggere
Pubblicato in Freudiana
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Soggettività e verità: alcuni concetti inediti
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Frédéric Gros
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Nel 1981, Michel Foucault tiene un corso sobriamente intitolato Soggettività e verità. Questo corso comprende dodici lezioni pronunciate tra il 7 Gennaio e il 1° Aprile 1981. Foucault, nel riassunto che redige di queste lezioni1, come fa ogni anno, avverte che la sintesi sarà corta poiché l’essenziale del contenuto sviluppato deve essere ripreso sotto forma di libro, nei volumi I e II della sua Storia della sessualità. Ciò è in parte vero, ma soltanto in parte. Un certo numero di analisi si ritrovano, in effetti, soprattutto in La cura di sé, un … Continua a leggere
Pubblicato in Storia delle idee
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Verità e politica, tra necessità e contingenza. Arendt con Weil
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Federica Giardini
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Porre la questione della verità, non sul piano della filosofia ma su quello delle relazioni, apre prospettive meno pacificate o edificanti del previsto. A cominciare da Hannah Arendt che – pur con le sue parole crude sugli effetti devastanti di quella «menzogna enorme» che è stato l’antisemitismo nazista – contesta che vi sia un nesso tra verità e politica, e anzi individua un rapporto che presenta alla stregua di un luogo comune: «Nessuno ha mai dubitato del fatto che verità e politica siano in rapporti piuttosto cattivi l’una con l’altra»1.
La pensatrice … Continua a leggere
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Verità e politica in Althusser: genesi di una problematica (1947-1956)
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Fabio Raimondi
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Pochi si accorgono dei vuoti, ovverosia delle cose
(P. Volponi, Corporale, 1974)
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Il rapporto tra verità e politica è una costante della filosofia di Althusser. In questo saggio mi concentrerò, senza pretese di esaustività, sul periodo, poco studiato ma non per questo poco importante, che va dalla tesi di laurea su Hegel (1947), discussa dopo due anni dal ritorno dalla prigionia nei campi di concentramento tedeschi (cfr. Journal de captivité) e un anno prima di iscriversi al Partito comunista francese (cfr. Moulier-Boutang), fino al 1956: l’anno del XX Congresso del Pcus. … Continua a leggere
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Come non leggere Žižek
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Paul Bowman
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Notate quanti testi nel presente volume seguono una simile strategia argomentativa. Prima mi imputano una posizione ridicolmente caricaturizzata, poi, quando sono costretti ad ammettere che molti passaggi nel mio lavoro contraddicono chiaramente la posizione descritta, non interpretano tale discrepanza come, prima facie, un segno dell’inadeguatezza della loro lettura, bensì come della mia incoerenza.
S. Žižek
Le mie proposizioni illustrano così: colui che mi comprende, infine le riconosce insensate, se è salito per esse – su esse – oltre esse. (Egli deve, per così dire, gettar via la scala dopo che v’è salito).
Wittgenstein1… Continua a leggere
Pubblicato in Freudiana
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Natura e verità. Sul nesso aristotelico tra etica e politica
Pietro Giuffrida
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Il potere padronale, sebbene gli interessi di chi è padrone per natura e di chi è schiavo per natura coincidano, si esercita per il vantaggio del padrone e solo accidentalmente soddisfa anche gli interessi dello schiavo, in quanto la sopravvivenza dello schiavo è essenziale per la sussistenza dell’autorità padronale (non è infatti possibile che venendo meno lo schiavo sussista il padrone).
Aristotele, Politica III.6, 1278b32-71
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1. Il nesso fra etica e politica
Quello di una connessione diretta tra verità e politica, in cui i due termini restino correlativamente definiti, costituisce, nell’ambito del … Continua a leggere
Pubblicato in Storia delle idee
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Politica e verità nel postfordismo
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Giacomo Pisani
1. Tecnica e verità
Il dispiegamento del pensiero tecnico-calcolante su scala globale ha raggiunto negli ultimi decenni un livello tale da sconvolgere totalmente i ruoli, le gerarchie e gli strumenti ermeneutici indispensabili alla comprensione del nuovo quadro socio-economico internazionale.
Il sogno della modernità di estendere la possibilità di manipolare e progettare la natura e gli spazi della vita sembra essersi realizzato al massimo grado, fino al punto di autoalimentarsi e autoregolarsi, in un’autopoiesi che esclude l’individuo da qualsiasi posizione di trascendenza nella pianificazione dei sistemi sociali.
Il disvelamento tecnico del mondo nel suo pieno … Continua a leggere
Pubblicato in Lessico della postmodernità
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Il concetto di amore in Spinoza
Jos Scheren
What is this thing called love
this funny thing
called love
just who can solve its mystery
why should it make
a fool of me?
–Cole Porter, 1929
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I. Secondo Spinoza le dimensioni sociali si sviluppano attraverso gli affetti. L’amore è uno di questi, e come tutti gli affetti si manifesta in gradi diversi: dall’amore privato all’amore per la vita, o per la realtà in quanto tale.
In ogni caso, anche nel caso di un amore apparentemente privato, ci troviamo di fronte ad una produzione attiva di relazioni. Dovremo tornare su questa attività produttiva che è alla … Continua a leggere
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Recensione a “Kritik von Lebensformen” di Rahel Jaeggi
Marco Marangio
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La globalizzazione ha permesso una crescente interconnessione tra gli stati per mezzo di rapporti commerciali sempre più fitti. Movimenti di merci e di denaro, che non conoscono quasi più nessuna vera restrizione, legano i destini di nazioni diversissime tra loro in un dialogo continuo che si svolgerebbe senza frizioni, se non venisse occasionalmente interrotto, ma mai reciso, da qualche conflitto tra particolarismi culturali e politici. In questo contesto di omogeneità mercantile assume d’altra parte un forte peso la disomogeneità delle culture che si incontrano e si scontrano sempre più spesso e sempre più velocemente … Continua a leggere
Pubblicato in Recensioni, discussioni ed autocritiche
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Carlo Scognamiglio, Storia e libertà: quattro passi con Hegel e Tolstoj, Pensa multimedia, Lecce; Rovato 2013
Pierfrancesco Lorenzini
Lo sforzo teorico che ha impegnato Carlo Scognamiglio in Storia e libertà: quattro passi con Hegel e Tolstoj concerne la questione sempre aperta del «nostro rapporto con la storia» (p. 9). L’intento principale è quello di recuperare un ragionamento sul fondamento categoriale della disciplina storica, a partire dal quale sarà possibile riflettere sull’elemento filosoficamente più problematico della storia: la libertà. Il punto è quindi mettere in discussione la prospettiva storiografica contemporanea che appiattendosi sulle fonti documentarie demanda esclusivamente a queste ultime il compito di determinare la struttura del discorso storico. L’impegno filosofico di Scognamiglio consiste nel tentare … Continua a leggere
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Un parricidio compiuto. Il confronto finale tra Marx e Hegel
Roberto Finelli
In considerazione dei temi e delle sezioni presenti nella rivista, la redazione inserisce nella sezione marxiana l’Introduzione e l’indice del volume di Roberto Finelli, appena pubblicato presso la casa editrice Jaca Book, dal titolo Un parricidio compiuto. Il confronto finale di Marx con Hegel. Pur non rientrando tale inserimento nel piano organico originariamente concepito e realizzato dai curatori del presente numero, non lo si è ritenuto inopportuno e incongruo rispetto alla tematica e alla ispirazione complessiva di «Consecutio temporum».
[Abstract. Marx ed Hegel, ancora una volta letti insieme, ma sotto lo sguardo supervisore di … Continua a leggere
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L’idealismo trascendentale come immaginismo idealistico. Excursus sulla Critica della ragion pura
Marco Costantini
Nell’Estetica trascendentale l’impostazione metodologica del filosofare critico di Kant, che in questa parte iniziale della Ragion pura mira a determinare i princìpi a priori della sensibilità, mostra una certa inadeguatezza verso l’oggetto da trattare. L’attitudine intellettualistica della critica, che distingue e limita sottraendo, disgiungendo e isolando, può far presa sulla facoltà dell’intelletto, in sé rappresentabile come «un’unità per se stante, autosufficiente»[1], «dai confini immutabili»[2], ma non sulla sensibilità, alla quale, proprio per via del suo legame essenziale con la cosa e, in generale, con il dato, non si addice quell’aspetto cosale, quella datità che la Critica… Continua a leggere
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Scheda autori e curatori
Curatori
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Giovanni Campailla è dottorando in Storia del pensiero politico presso la facoltà di Scienze politiche dell’Università di Roma Tre, in cotutela con il Sophiapol dell’Università Paris Ouest. Si è laureato in Filosofia politica alla “Sapienza” di Roma. La tesi magistrale, le cui ricerche sono state svolte a Parigi grazie ad una borsa per tesi all’estero, ha riguardato l’itinerario teorico e politico di Jacques Rancière. La tesi ha ricevuto la Menzione speciale al Premio di Filosofia “Viaggio a Siracusa” ed è stata pubblicata dalla casa editrice Malatempora col titolo Jacques Rancière: dalla rottura con Althusser alle scene dell’emancipazione… Continua a leggere
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